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Io
Ho avuto dei problemi fin dall’inizio.
Quando
sono nato, la notte in cui sono nato, non volevo nascere. Mi ero messo tutto
storto e bloccavo da solo l’uscita per cui sarei dovuto uscire. Avrei chiesto
volentieri a qualcuno: “Che cosa devo fare?” Ma ho questa tremenda supponenza
mascherata da timidezza, o, se volete, questa tremenda timidezza che sfocia in
una grande supponenza. Fatto sta che avevo deciso che ce l’avrei fatta da solo
ad uscire da quel buco nero. La gambe magre di mia madre erano aperte; io ero
sporco di sangue ma deciso. Ad un certo punto, però, la situazione cominciò a
complicarsi. Io a volte respiravo a volte no perché il naso era ostruito dai
grumi e filamenti. E intanto non ero poi così sicuro di riuscire a farcela. Non
ero neanche tanto lucido. Sentivo voci agitate là fuori e mia madre che piano
piano nella confusione generale ci stava lasciando tutti e salutava con la mano
a stento; e piangeva come una bambina pensando a questo figlio che tanto aveva
voluto e che non era riuscita neanche a vedere.
Poi arrivò un calabrese che in casa
chiamavano dottore, che per parlare al posto della bocca muoveva il naso il che
faceva la situazione anche comica, se non fosse che era già tragica: due vite
se ne stavano andando via: io, complicato e contorto, e la mia povera madre
dissanguata nell’indifferenza totale.
Deve essere intervenuto Dio (non credo sia
stato il calabrese). Cominciò a spingere come un ossesso sulla pancia di mia
madre, poi provò con il forcipe, poi ancora a spingere con tutte le forze. Si
fece aiutare dai presenti: dava il là con una specie di urlo di incitazione “Aò-issa!”
e tutti spingevano forte. Io uscii come un missile; scivolai sulle gambe
scivolose di mia madre e caddi a terra. Non appena toccato il suolo, mi prese
al volo (rapidamente), il calabrese, tagliò il cordone, mi diede sette-otto
schiaffetti in faccia e cominciai a piangere. Ero salvo.
E pure mia madre.
In seguito questi eventi ebbero la loro
influenza su me e anche su la mia maman (certo).
Del mio esordio niente male qualcuno ha
sentito dire che in simili circostanze si perdono una alta quantità di neuroni
e io, effettivamente, appena nato ero spossato e stanco. Me lo hanno
confermato. Che fatalità e che sfortuna! Ho pensato spesso a come sarei potuto
essere tanto più intelligente se non mi mancassero tutti quei neuroni che ho
perso all’inizio.
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