Una volta, in estate, il
ministero dell’Istruzione era in pieno fermento, tanto che alcuni dirigenti
periferici consigliavano, per fare i simpatici, insegnanti e personale tutto a
stare attenti a norme, leggine e sanatorie che venivano fuori in pieno agosto.
Si sperava, chissà, che qualcuno distratto dall’estate non vedesse, o si voleva
castigare chi se n’era andato con leggerezza in vacanza? Misteri del ministero,
che allora era della Pubblica Istruzione.
Era meglio-era peggio, non
fermiamoci a queste dispute senza conclusione. Resta il fatto che oggi è
diverso. Una volta ad agosto si andava di più in vacanza, oggi di meno per
questioni economiche in primo luogo, ma anche per la naturale evoluzione dei
costumi: chi ha la possibilità le vacanze le fa quando vuole. Poi, c’è che ad
agosto non c’è più la chiusura in massa delle fabbriche, per il semplice fatto
che le fabbriche hanno già chiuso da tempo. Insomma, in un modo o nell’altro,
che sia fatto apposta o che sia solo un caso, oggi c’è più trasparenza, mettiamola
così. Ma è chiaramente la trasparenza del nulla. Non c’è niente da occultare.
Ciò che traspare in modo massiccio, invece, è la difficoltà di gestire la
scuola, al di là delle parole e delle belle intenzioni pronunciate. Si
annunciano sulla scuola cambiamenti di passo che non vengono esplicitati. Ma
poi, cambiamenti di passo di che tipo? Quello che vien fuori sono abitudini
ventennali: blocco degli stipendi e tagli degli organici, come esempi, ma si
potrebbe anche continuare.
Se queste sono le premesse,
ci attendiamo il peggio con cambiamenti sì, ma in negativo. Mentre, tra Meeting
e feste di partito, gli scambi di cortesie e di carezze tra i due schieramenti
che però governano insieme, si alternano a minacce e ricatti che servono a fare
scena. Sono teatro che però non si sa bene come finirà, a volte succede che
anche non volendo la strada intrapresa ti impone di fare certe cose, di
arrivare a certe conclusioni. E in tutto questo bisognerebbe governare
qualcosa? C’è tempo, cioè, per governare la scuola?
Intanto il ministro
Carrozza, che interviene molto di più sull’Università per sua evidente
competenza (lo si può dire senza offendere), ha anche lei bisogno di vacanze.
Infatti ha assistito alla rappresentazione della Tosca tenutasi a Torre del
Lago. La concitazione degli eventi e la drammaticità del finale dell’opera,
cosa ispirerà, o avrà già ispirato, alla nostra ministra? Questo non ci è dato
sapere!
E così, tanto per farci
ancora del male, ma solo un po’, veniamo a sapere che tutti i sindacati non sono
d’accordo con l’impostazione del decreto sulla valutazione voluto dall’invalsi.
In particolare il segretario nazionale della Uil Di Menna, ha detto che il
prossimo incontro sulla questione, che avverrà a fine agosto, non nasce ‘con
buoni auspici’. Menomale! Però, nel frattempo, il maestro Mancastroppa di Parma
è stato sanzionato dal proprio preside con una nota disciplinare per non aver
corretto le prove Invalsi. Che dire a un preside così zelante, ministeriale,
Invalsino? Peccato per lui. Solo una domanda: e tutti gli altri docenti che non
hanno corretto le prove? Che si sbrighino i suoi colleghi a sanzionarli o che
almeno si autodenuncino i colleghi per accelerare le procedure.
Restano a carico di tutti,
per ora, le ragioni del maestro parmense, che sono quelle sacrosante più volte
esposte ma che nessuno prende in considerazione. Il ministro Carrozza potrebbe
interessarsi di questa questione, pur sapendo che non si tratta di Università?
Com’è che per salvaguardare un gruppetto di privilegiati che hanno perso ogni
autorità, si permette che venga sanzionato un insegnante serio, bravo e
critico? Tutti noi siamo chiamati a pensarci ed eventualmente a rispondere.
Nessun commento:
Posta un commento