Si erano conosciuti un
martedì mattina, sull’autobus numero 75/barrato che porta al centro
direzionale, dove ambedue lavoravano. Appena saliti avevano sentito all’unisono
sulla pelle un fremito, un pizzicore che li attirava l’uno all’altra, come una
calamita. E il richiamo si era intensificato quanto più si erano
avvicinati. Come il gioco acqua-aqua, fuoco-fuoco, guidati da uno strano
bip-bip che aumentava non appena i loro corpi si percepivano.
Si dettero un bacio con la
lingua dopo dieci minuti (e complice uno ascensore e al diavolo il ritardo al lavoro),
la sera finirono a letto.
Alla posizione 36 del
kamasutra, quella degli intelligentoni, ci arrivarono quasi subito, tanto
ch’erano ingordi di loro stessi. Poi, capitò che per una settimana ci fu
un rallentamento, una sorta di stanchezza che li portò sull’orlo di una crisi
di nervi. Credevano di aver perduto interesse. Ma era solo una nuvola
passeggera, una crisi fisiologica, quelle crisi che nella coppia sono come il
sale. Che raddoppiano il piacere una volta che sono passate. E che, forse,
cementano un rapporto.
Infatti, dalla posizione 67
(del Kamasutra, s’intende) tutto riprese come prima e più di prima.
Ora sono
alla posizione 78. Ma ripetono spesso la 71.
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