In città non c’era più nessuno.
Tutta la popolazione era stata evacuata sotto la stretta sorveglianza
internazionale. La guerriglia che si era protratta per oltre due mesi era
finita. Erano rimasti solo i campi profughi con i bambini, le donne e i vecchi.
Attorno ai campi erano schierate
le unità di controllo. Era di sera, ad un certo punto, i militari allentarono
il controllo: lasciarono passare gli alleati della Falange. Si voleva dare una
bella lezione agli indifesi. Tutti gli abitanti dei campi profughi furono
macellati.
Solo il mattino dopo, il 17
settembre, terminò l’orgia di sangue. Per terra teste tagliate, stupri,
sgozzamenti, fori di proiettili sulla fronte dei cadaveri.
Agli atti ci sono due
testimonianze che:
I.
i razzi illuminanti dagli
elicotteri e da attorno ai campi furono lanciati per facilitare il cammino dei
falangisti;
II.
ci furono le richieste
inascoltate di qualche ingenuo che chiedeva il permesso di intervenire per far
smettere il massacro.
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