racconto FAMIGLIA


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 Fratello

    Mio fratello è un cretino. Quando andava al ginnasio, un giorno come sempre, marinò la scuola. Fece filone, come si dice da noi (in quel periodo erano più i giorni che faceva filone che quelli che andava a scuola, era la sua personale lotta contro il mondo, diceva, infatti ora è un barbone), e con altri tre compagni grandi e grossi, per passare il tempo, sulla stazione di Augusto (dove sarà mai?) accanto ai binari, loro quattro si impegnarono in una partita di pallone con una decina di ragazzini che avranno avuto cinque o sei anni al massimo e che stavano lì a giocare tra di loro. Il pallone era una pallina di plastica, l’involucro di un gelato che in quel periodo si vendeva. La pallina di plastica dura, senza il gelato, rimbalzava appena (in mancanza di meglio) comunque gli adulti persero 6 a 2. Mi disse che questi ragazzini piccolissimi sbucavano da tutte le parti e loro, quattro bacchettoni, un po’ per non farli male, un po’ perché erano imbranati davvero, persero la partita. E quanto più si impegnavano per non perdere, più quelli li infilavano da tutte le parti. Io dico, ma si può essere così stupido, da imbarcarsi in una partita a pallone con una torma di bambini e alla fine perdere?  Si può?


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