41
Zia
Alex. Così si chiamava.
Fece una breve apparizione nella mia vita. Poi
– scomparve. Ci andavamo a sedere da Bessel’s o da Diana Sweets. Parlavamo
nella nebbia della panetteria di Costantino, dove il puzzo di sigaretta era
perfino più intenso del profumo del pane. Mia zia Alex adorava i palindromi e,
di solito, tiravamo fuori i nostri preferiti nelle passeggiate che facevamo in
piazza C.R.:
“Era
poeta e di nome Seminide, ateo, pare.”
“Avida
di vita, desiai ogni amore vero, ma ingoiai sedativi, da diva.”
Ma mia zia Alex era nel proprio elemento. Soprattutto, quando si faceva un michey con gli amici
al Top Hot o all’Embassy Club o al Residence Le Rose Rosse, finanche, negli
ultimi tempi, al Wine bar de la Paperacchia. Sedeva ai tavolini rotondi e
coperti di lino del Royal e, con fare seducente, esibiva le sue idee di
sinistra come un paio di tacchi a spillo. Fece una bella fine oppure brutta – io
non l’ho più vista.
bel racconto Prof... chissà che fine ha fatto...
RispondiEliminaAvida di vita, desiai ogni amore vero, ma ingoiai sedativi, da diva....grande francesco!
RispondiEliminaQuesto commento è stato eliminato dall'autore.
RispondiEliminaGrazie cara!(Troppo buona)
RispondiElimina