SU INSOMNIA, ROMANZO MAI
PUBBLICATO, FORSE NEANCHE mai SCRITTO. MA ANCHE UNA RIFLESSIONE SU ALTRO
In un suo mirabile saggio
Giorgio Manganelli diceva la letteratura è immorale, ed è immorale attendervi.
Gli eventi stupidi ci
incalzano, le morti vicine e lontane ci superano e si continua a produrre una
linea di letteratura che va bene per una domanda generica e senza pretese.
Quello che un tempo la letteratura produceva aveva un tratto distintivo,
riusciva a distinguersi dall’altro che gli stava accanto, ora non più. Ora c’è
un tratto indistinto e file di quintali di volumi colorati che fanno bella
mostra nelle catene librarie: sono i corpi smembrati della macelleria d’autore?
Ma no, magari si arrivasse a tanto. Sono semplici operazioni di marketing e
nulla più. Del resto se tutto va come va, perché la letteratura dovrebbe andare
da un’altra parte? (Ferita! Dovrebbe, invece, ma non va!)
Detto questo, senza nessun
moralismo, accettando e non accettando la situazione, che fa lo stesso, il
nostro solito andare va via liscio e rischia di farci superare una terra di
mezzo amplissima in cui si coniuga letteratura e dovere, con una domanda
anch’essa in-soddisfatta: che cosa ci resta? Che cosa rimane di tutto quel che
fu? Resta, a modestissimo parere, una parte di lettori che vorrebbe cose
diverse e non le ha, e se non le ha, non le avrà per molto. Ma mancano. Parlo
di un filone, come dire, iperletterario, obliquo, simpaticamente sciocco nella
sua presunzione di esistere.
È quanto si è cercato di
fare con INSOMNIA, appunto. Uno scrittore contemporaneo ungherese, Peter
Esterhazy, in un suo libro dedicato alla madre, ha detto: mamma, tu sogni, io
li metto in bella copia che sono scrittore, e fioccano i soldi…
Un grande ottimista sulla
questione pecuniaria, l’ungherese… Ma per tornare a noi, il filone interessato
è quello che viene direttamente da Freud e Jung, dritto dalle radici, senza
mediazioni: è il senso ultimo dello scritto in questione: autostrada senza
uscite intermedie per le radici. Insieme alle radici anche i concetti
principali: Eros e Tanathos, ed Edipo. Il frammento da cui deriva il tutto, il
caos e l’informe, sono la voluta cornice ad un discorso che potrebbe
interessare un lettore che cerchi nel mucchio, nella svendita totale, qualcosa
(letterariamente) di un colore strano ma potente, stupido e abbagliante,
sincero e distratto…come vorrebbe essere, appunto, INSOMNIA.
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