Francesco di
Lorenzo - 06-03-2015
Sulla scuola il parolaio non si è
smentito. Ha parlato a vuoto. Il bello è che fa anche l'offeso. Con un
infantilismo senza limiti, ha dato la colpa a chi lo ha sempre criticato di
usare troppo l'arma del decreto. Ora, guarda un po', proprio sulla scuola vuol
far contenti i suoi detrattori abituali, per cui rimanda tutto alle calende
greche del disegno di legge. E addio ai suonatori.
In qualsiasi altro contesto una
giustificazione così meschina andrebbe subito smascherata, o quantomeno
chiarita. Andrebbe spiegato che cosa c'entra il promesso piano di assunzioni
dei precari con la Buonascuola. Forse avranno capito che le cose sono
incompatibili, chissà. E semmai non lo dicono per non indurre al suicidio
migliaia di insegnanti che ci avevano creduto. Ma, poiché con il parolaio lo
spreco di parole, appunto, è infinito, si dovrebbe passare direttamente alla
protesta, chiedendo le dimissioni sue e del ministro Giannini (che, è evidente,
non conta nulla). Ma quanti saranno in grado di farla - organizzarla a portarla
avanti - questa benedetta protesta? Si accettano scommesse. Anche su quanto
ancora passerà prima che il parolaio venga smascherato.
Intanto, per consolazione, leggiamo i
risultati dell'indagine Ocse sull'uguaglianza di genere nella scuola. Bene, le
ragazze studiano di più e raggiungono risultati migliori in un'ampia gamma di
materie. E se per esempio in matematica sono meno brave, è perché, dice lo
studio, hanno poca fiducia nelle proprie potenzialità e sono più restie a
mettersi in gioco. Nello studio si legge infatti che, «Tra ragazze e ragazzi
con livelli simili di fiducia in se stessi, il divario scompare. Non vi è nulla
di congenito nelle differenze di capacità tra maschi e femmine».
Quello che è importante, per raggiungere
il successo scolastico, è avere un atteggiamento positivo nei confronti della
scuola. Contano i comportamenti e le abitudini extrascolastiche, conta quello
che si vive e si dice al di fuori della scuola. E, dobbiamo ammettere che qui
da noi, tutti fanno di tutto per demolire un visione positiva della scuola. Se
pure si sforzano e con le parole si lanciano in ragionamenti ottimistici, poi
arrivano i fatti a smentirli.
...
Chissà forse Salvini non lo sa ancora e
come lui tanti nostri concittadini che la pensano in un certo modo (e che di
certo rimarranno contrariati), ma il sindaco di New York, De Blasio, ha deciso
che le scuole resteranno chiuse anche per le festività dei musulmani. 'Anche',
perché a New York le scuole già lo sono sia per le feste cristiane, che per
quelle ebraiche. Era, secondo De Blasio, una questione di equità e del resto lo
aveva promesso in campagna elettorale. In modo conseguente e puntuale ha fatto
seguire i fatti alle parole.
A dire il vero, da un certo punto di
vista, la questione è ancora più interessante: il sindaco sta pensando di
inserire nel calendario festivo anche il 'Capodanno lunare' per rispondere alle
richieste della comunità cinese e in generale asiatica. Forse, per questo si
dovrà ancora aspettare, ma il percorso è ormai tracciato. Se in una città di
otto milioni di abitanti, un milione professano la religione musulmana, qualche
diritto richiesto lo si deve concedere.
Naturalmente i
conservatori lo hanno duramente criticato, per loro è inconcepibile che mentre
l'Isis taglia la gola dei cristiani, noi gli facciamo delle concessioni. Ma il
sindaco ha fatto capire che in certi momenti, e questo è il momento in cui
cresce il risentimento verso i musulmani, c'è bisogno che la tolleranza venga
rafforzata. Dare segnali che ci sono diversi modi di concepire i rapporti umani
è un insegnamento esemplare. Non si può dire altro. Se non che in Italia il
ragionamento più sentito su tali questioni è che la disgregazione sociale viene
sempre dagli altri, viene dal di fuori. Il vittimismo nostrano non ha limiti.
Nessun commento:
Posta un commento