OCCASIONE
DI ISTRUZIONE E DI INTEGRAZIONE SOCIALE
di
Francesco DI LORENZO, CTP “L. Ariosto” di ARZANO
di Francesco DI LORENZO
Quest’anno il
Centro Territoriale Permanente per l’Educazione degli Adulti di Arzano ha
avviato, e sta portando avanti, un CORSO DI ALFABETIZZAZIONE IN LINGUA ITALIANA
PER STRANIERI che ha avuto un discreto successo sia d’iscrizioni che di
frequenza.
Gli iscritti
provengono dalla Russia, dall’Ucraina, dal Pakistan, dal Madagascar, dal
Burkina Faso, dallo Sri Lanka, dalla Guinea e dalla Costa d’Avorio: questo per
dire e per dare l’idea della differente provenienza continentale e culturale
che deve, come dato iniziale, funzionare per predisporre una conseguente
adeguata situazione didattico-metodologica.
Ma andiamo per
ordine.
La situazione
sociale di Arzano, di per sé già problematica, non favorisce un inserimento
facile degli stranieri sia nel mondo del lavoro sia nella comunità in senso
stretto. Diventa perciò importante per gli stranieri,
che si trovano in una doppia condizione sfavorevole, l’acquisizione delle basi
essenziali per comunicare in lingua italiana.
Il CORSO DI
ALFABETIZAZZIONE IN LINGUA ITALIANA PER STRANIERI s’inserisce a pieno titolo
nella finalità del CTP, che sono quelle di garantire a tutti l’alfabetizzazione
funzionale per il pieno esercizio del diritto di cittadinanza in special modo,
attualmente, agli adulti di diversa nazionalità.
Il percorso
formativo è stato strutturato in modo da offrire l’occasione di recuperare
momenti di crescita personale, di fortificare il senso della propria identità,
di migliorare le modalità di rapportarsi alla realtà sociale locale.
Promuovere la
conoscenza di sé accanto alla conoscenza della realtà territoriale, delineando
i vincoli e le opportunità che essa presenta, può favorire lo sviluppo della
capacità di operare scelte consapevoli e fornire gli strumenti necessari per
l’ingresso nel mondo del lavoro.
Nello specifico
poi, l’azione formativa si prefigge il raggiungimento degli obbiettivi
formativi relativi all’acquisizione della padronanza della lingua italiana
(scritta e orale), per accedere ad un uso più consapevole e sicuro della
lingua, nonché all’acquisizione graduale e corretta dell’ortografia.
Le abilità da
acquisire sono relative alla comprensione e all’uso di frasi ed espressioni che
riguardano ambiti di immediata rilevanza, come informazioni personali e
famigliari, il fare la spesa o acquisti in generale, la geografia locale e i
problemi relativi all’occupazione. Le competenze finali che ci sono prefissate
fanno riferimento ad un uso corretto della lingua italiana – intendendo per
questo una lingua con morfologia e sintassi semplice – in attività di routine
come per esempio lo scambio d’informazioni su argomenti famigliari e comuni, la
descrizione in termini semplici degli aspetti del proprio vissuto,
dell’ambiente circostante e l’espressione dei bisogni immediati.
Tutto questo
attraverso esercitazioni – con schede ben strutturate e pratiche, facili da
leggere, annotare e conservare – su argomenti di vita quotidiana, come possono
essere la casa, gli uffici pubblici, la salute, il lavoro, gli acquisti, il
tempo libero, i trasporti, la città, il ristorante, l’albergo, il bar, la
famiglia.
Per quanto
riguarda la metodologia adottata, si è sperimentata la validità di una reale,
forte e specifica individualizzazione dell’insegnamento. Ogni corsista segue un
percorso linguistico tutto suo che parte dalle differenti competenze iniziali e
si snoda nei particolari delle proprie attitudini, prospettive, fantasie,
pensieri, interessi, idee. Tale metodologia è integrata con momenti di
cooperazione del gruppo, con spazi di tutoring interno ai piccoli gruppi e feed-back
sull’errore (quest’ultima tipologia metodologica permette di non sprecare gli
errori che si commettono, ma di utilizzarli come informazioni utili per
stimolare in chi apprende la capacità d’autocorreggersi).
Mi preme però
mettere in evidenza una questione che
riguarda proprio il livello didattico-metodologico. Come per tutte le attività
di insegnamento all’interno dell’educazione degli adulti, più che insegnamento
si dovrebbe parlare di animazione culturale. In pratica s’interviene non da
insegnante ma da animatore culturale, da collaboratore discreto, da guida
all’autoeducazione e all’autoistruzione.
Detto questo,
vorrei affrontare ancora due questioni che fanno da sfondo teorico/pratico e
quindi da struttura al corso in esame. La prima è relativa al concetto di
plurilinguismo così come si è venuto configurando nell’ambito dei documenti del
Quadro Comune Europeo di Riferimento per le lingue. Il concetto di
“plurilinguismo”, oggi non va inteso come conoscenza di più lingue straniere ma
come una competenza comunicativa alla cui formazione contribuiscono tutte le
conoscenze e le esperienze linguistiche e non, che hanno origine nei rapporti
tra lingue e culture differenti.
Le competenze
generali sono le conoscenze, le abilità e le capacità che si basano sul sapere
teoretico, sull’esperienza personale, sulla conoscenza dei valori e convinzioni
collettive e dipendono dalla ricchezza e dalla struttura del patrimonio
d’informazioni precedenti a disposizione dell’individuo.
Esse
comprendono quindi il sapere teorico (sapere), le abilità e il sapere
procedurale (saper fare), le competenze derivanti dalle caratteristiche
individuali e dalle convinzioni personali (saper essere), la capacità di
continuare ad apprendere (saper apprendere).
Le competenze
linguistico-comunicative sono la combinazione di tre componenti: linguistica,
socio-linguistica e pragmatica.
Le competenze
linguistiche sono composte dalle conoscenze e dalle abilità lessicali,
fonologiche, sintattiche e da altre dimensioni del sistema linguistico legate
alla struttura cognitiva individuale.
Le competenze
socio-linguistiche sono definite dalle condizioni socioculturali e influenzano
la comunicazione tra rappresentanti di diverse culture.
Le competenze
pragmatiche regolano l’uso funzionale di tutte le risorse linguistiche e
includono la coesione e la coerenza del discorso, l’identificazione delle
tipologie testuali, l’ironia, la parodia, ecc.
Questo per
ribadire che acquisire la competenza comunicativa anche in una seconda o terza
lingua è un processo complesso che si snoda tra conoscenze basilari di lessico,
fonologia, morfologia e sintassi, ma anche tra competenze generali ed è in gran
parte condizionata dalle esperienze collettive e personali.
La seconda
questione è relativa ad un punto di vista d’ordine più specificamente politico,
e per questo mi soffermerei su Don Lorenzo Milani. La sua idea di scuola era
fondata essenzialmente su questioni come la lingua e la quantità di parole che
si posseggono. Senza le parole sì è tagliati fuori. “È la lingua che ci fa
uguali” non è uno slogan ma un concetto che nasce dalle convinzioni più
profonde della “scuola di Barbiana”; come da Don Milani deriva la convinzione
che la scuola dovrebbe essere fatta principalmente per i poveri e per gli oppressi.
Non c’è bisogno di molte parole per collegare queste due “questioni” agli
stranieri che frequentano il corso di cui stiamo parlando, e non solo a quelli.
Una piccola
digressione solo per dire che gli “studenti” del mio corso li ho tutti
ritrovati pari pari nella “Lettera a una professoressa”. Chi, se non loro, sono
i ragazzi di paese, i timidi, i Sandro e i Gianni, contrapposti ai Pierini?
Per concludere
solo alcune informazioni sul CTP di Arzano. Ci stiamo attrezzando, ma siamo già
in una fase avanzata, per diventare un centro in cui si organizzano dei servizi
appositamente per l’utenza straniera, con sportello informativo che svolgerà funzioni
di accoglienza e orientamento. Mentre, invece, già da quest’anno, insieme ai
nostri corsisti stranieri, abbiamo progettato e realizzato percorsi di
formazione finalizzati al conseguimento della licenza elementare o media,
infatti a seconda delle competenze, il 60% frequenta contemporaneamente il
corso per il conseguimento della licenza elementare e 40% quello per la licenza
della scuola media.
Anche così (o
forse solo così), i Centri Territoriali Permanenti per l’educazione degli
adulti possono svolgere il ruolo d’agenzie di formazione ed istruzione, ma
anche quello, non meno importante, di promuovere la socializzazione favorendo
il dialogo tra persone provenienti da culture e Paesi diversi, nonché diventare
luoghi dove adulti accanto ad opportunità d’educazione formale (lingue e
materie scolastiche) scoprono opportunità e percorsi d’educazione informale.
(Pubblicato, "quaderni eda", 2002)
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