da Fuoriregistro: http://www.didaweb.net/fuoriregistro/leggi.php?a=18695&anteprima=S&fbclid=IwAR2Hzwm8Mjh5rChsBa9csvVKMXgV_lLC5mU2fPbwd9wZ0H7TIqN7zloBm7U
Il
neoministro dell'Istruzione si chiama Lorenzo Fioramonti, ha 42 anni, è
sposato, ha due figli, si è laureato presso l'Università di Roma con una tesi
in Storia del pensiero politico ed economico moderno. Ha conseguito un
dottorato di ricerca in Politica comparata ed europea presso l'Università di
Siena. Possiede una spiccata propensione europea e internazionale, essendo
professore ordinario di economia politica all'Università di Pretoria, ed è,
nello stesso ateneo, direttore del Centro per lo studio dell'innovazione
Governance. Inoltre, ha incarichi presso l'Università di Heidelberg e presso
l'Università delle Nazioni Unite. Scrive per il Financial Times e sui articoli
sono apparsi su: The New York Times, The Guardian, Harvard Business Review, Die
Presse, Das Parlament, Der Freitag, Mail & Guardian, Foreign
Policy
e opendemocracy.net.
Ha
una rubrica mensile nel Business Day, il principale quotidiano finanziario del
Sudafrica. È stato co-direttore della rivista scientifica The Journal of Common
Market Studies.
Naturalmente
ha scritto anche numerosi libri sugli argomenti di sua competenza. È stato
assistente parlamentare del ministro Antonio D Pietro negli anni che vanno dal
1997 al 2000. Poi è stato eletto al parlamento italiano nelle ultime elezioni
del marzo 2018 nelle liste del Movimento 5 stelle, e successivamente è stato
prima sottosegretario e poi vice ministro del Miur nel governo Conte_1.
È un
burocrate come quelli che con Renzi hanno scritto la famigerata loro' Buona
Scuola'? Sarà un professore che si interesserà di scuola-università-ricerca
senza gerarchie, come fece (per poco tempo purtroppo) il prof De Mauro? Boh,
non lo sappiamo per l'evidente motivo che ancora non ha fatto niente. Ma lo
sapremo. Diamogli il tempo necessario, sperando che non sia troppo lungo. C'è
urgenza di interventi.
La
sua prima uscita, quella della tassa sulle merendine per finanziare la scuola,
lasciamola stare, gli avversari non aspettavano altro. Ciò dimostra però la sua
ingenuità che non per forza è negativa, basta solo non esagerare.
Nel
suo discorso di insediamento al Ministero che naturalmente già conosceva ma di
cui ora è il responsabile, si sono intraviste un sacco di buone intenzioni. Ha
detto che metterà lo stesso impegno per scuola università e ricerca, che la
centralità sarà degli studenti e che i giovani vanno incoraggiati e sostenuti e
non demonizzati come sempre normalmente si fa. Il sottotesto sperabile è che
bisogna cogliere come sia paradossale che tutti in coro si dica che bisogna
dare spazio ai giovani, ma appena qualcuno di loro dice una cosa che non ci
piace, li sotterriamo sotto una montagna di feroci critiche. Si preferisce
dire che i giovani non sono più quelli di una volta. Peccato per chi si
esercita con questo tipo di tiro al bersaglio, ma evidenziando questa
mentalità, non si fa che ripetere una critica che viene fatta
praticamente da sempre. Se ne ravvisano tracce anche durante la civiltà
greca.
Intanto,
come piccolo e minimo consiglio, come contributo non richiesto, vorremmo
che il neoministro e il suo staff ponessero l'attenzione su un lavoro
necessario (perchè di lavoro si tratta) e cioè mettere in evidenza finalmente
in modo chiaro che la scuola italiana è totalmente immobile e che non produce
più mobilità sociale.. Siamo arrivati negli ultimi anni a percentuali che
esistevano prima del sessantotto. Si laureano ormai da noi solo i figli dei
laureati, e non perchè siano i più bravi , anzi. E' anche vero che questa
immobilità interessa anche altri paesi ma da noi il bilancio è più negativo che
altrove e non di poco. Per stare ai rilievi che ha reso noto il consorzio
AlmaDiploma,il 30 per cento di chi è arrivato a diplomarsi con un voto alto, da
novanta a cento, se ha genitori che hanno solo la terza media, non si iscrive
neanche all'Università. Insomma, siamo sulle stesse medie che 50-60 anni fa
facevano imbestialire don Lorenzo Milani, e su cui il prete scomodo
essenzialmente concentrava l'attenzione e basava la sua denuncia.
Infine,
è assai apprezzabile che, sempre nel suo discorso di insediamento, il ministro
abbia specificato che nel suo ministero vorrebbe che si creasse un'atmosfera
allegra. Che si lavorasse in allegria. L'idea è importante, anche perchè è la
prima volta che si sente una cosa del genere. La prima volta che un ministro
esprime un concetto - una volontà - di questo tenore. E certamente è un fatto
altamente positivo. Vuol dire che si conosce, si sa qualcosa dell'importanza
dei climi nei luoghi di lavoro. Si sa che quando c'è un clima positivo e
allegro si apprende e si insegna meglio. Proprio come ci vorrebbe nella
scuola. Buon lavoro.

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