Trittico
1.
Poi, non ci fu più niente,
solo
un 2016 da sballo, e
ancora
un altro anno tanto atteso
che
forse
già non viene (è impotente).
Le mostruose ferite misurano
solo gli Inutili spazi
bianchi bruciati
e gli ulivi secolari coltivati
per la mente
Al fondo del campo
non si nota alcun senso
o per dire
non ha senso nessun
governo
il caos è una nota
intonata ma
ci sarà pure un limite ad ogni speranza
c’è invece un’aureola in
ogni stanza
manca solo la tua anca
c’è un pernicioso niente
trasparente e insistente
e una luce che viene dal
basso, inesistente.
2.
Qua si smistano container
nel porto dopo l’attesa
finalmente
pieni di roba, coca, armi,
cose
giocattoli rabbiosi, menti
inabissate nel declino
un euro e mezzo per
ogni pezzo che si posa a
terra
così si ingrassano a Gioia
T
veder sfumata la tua
natura
inesistente/trasparente
diafana.
gli ulivi bruciati
le promesse fallite la
morte incombente
il petrolio inutile
neanche uno straccio di
futuro
amaro veleno distillato al
buio
in alambicchi sporchi, di sangue
nelle campagne sperdute
nel nulla presente, sempre
più assente.
3.
La disperazione ti sfida
non c’è scampo, l’inutile
si accende
di nuovi colori, ti
trascina
tracima, si sblocca. Ti
provoca.
ti acclama nuovo re ma
di nulla, di nuove menti
bacate dal
peccato, di vite assoldate
di fiducie
mancate, di norme
sottratte all’amore
alla virtù di essere
ambigui
all’accettare di servire
due padroni
di non essere droni né
pronti né sfranti
soltanto il desiderio che si incontra e si sfrange
ma non mente
nel senso corrente… sa
solo di niente.
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