Kampong


P. P. aveva un problema sanitario per eccellenza che atterriva il suo paese ed era la lebbra. Come era abituato a fare non si perse d’animo. Ordinò che fossero sterminati tutti i lebbrosi del paese. Questo fu fatto in poco più di due settimane.

Poi diede ordine di far sparire ogni traccia di medicina d’importazione occidentale. Giovani contadini divennero chirurghi con corsi rapidi di medicina applicata.
La ragazza si chiamava Cheen e aveva diciassette anni. La portarono all’ospedale e siccome era sanissima lei pensò che volessero impiegarla come infermiera. Appena arrivata la costrinsero a prendere un sonnifero. Due giovani dottori la legarono ad un tavolo e la fecero a pezzi. I pezzi, alla fine, li hanno seppelliti nel giardino dietro l’edificio.
Kampong è una strada che porta all’aeroporto. Dove una volta c’era l’aeroporto. Si può anche non farci caso, ma i campi che stanno ai lati della strada sono un tappeto di ossa umane. A perdita d’occhio, ossa, tantissime ossa e teschi. Ci sono teschi grandi come un pugno, sono quelli dei piccoli. Su di essi non c’è traccia di fori di pallottole: sono stati rotti a colpi di bastone.

Gli uomini nuovi erano bambini di dieci o dodici anni. Cresciuti al gioco della guerra e delle uccisioni, senza conoscere null’altro, si nascondevano dietro le capanne, a volte sugli alberi per ascoltare i discorsi della gente. Così potevano denunciare e conquistare il diritto di uccidere, come si uccide una lucertola o una farfalla.

Un uomo, un commissario politico, con una dozzina di questi uomini nuovi, riusciva a tenere in pugno un intero villaggio di migliaia di persone.