3. Fratello
Mio fratello si chiama Ernesto. È un po’
strano, si stanca subito di tutto. Dopo poco tempo, ecco che è bell’e scemato
il suo entusiasmo iniziale. Punto e daccapo: si annoia. Praticamente è ancora
molto giovane e non so che cosa farà, ma sono convinto che nella vita non
vorrebbe fare un bel niente.
Dopo un viaggio mi ha preso da parte, mi ha
guardato negli occhi e mi ha detto parole più o meno di questo genere:
“La notte guardavo il mare immenso, percorso
da riflessi biancoverdastri, appoggiato al parapetto, ma lontano da tutti,
volando sul mio aereo verso le stratosferiche regioni del sogno. Lì ho capito
che la mia vocazione, la vera vocazione, era viaggiare in eterno per le strade
e i mari del mondo: eternamente curioso,
osservando tutto ciò che potesse comparire davanti alla vista, annusando
ogni angolo, ma sempre con discrezione, senza piantare radici in una sola
terra, né fermarmi a studiare il substrato di qualcosa. La periferia…, la
periferia mi basta.”
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