Audi 6


racconto



Augusto guidava la sua Audi6 nera, bassa, lucida, silenziosa, aggressiva, elegante e perfetta. Era contento perché finalmente aveva trovato un’auto che gli ridava la sensazione della piacevolezza della guida. E sì che era abituato a grandi marche e grosse cilindrate, ma dopo un po’ non ci fai più caso. Questa gli faceva ricordare la sua prima A3 grigio metallizzata, un secolo prima, che la notte quasi non dormiva tanto era eccitato al pensiero che la mattina l’avrebbe guidata di nuovo. Avrebbe assaporato il gusto di essere avvolto in un guscio perfetto e sentito la potenza di un motore che mangiava la strada. E si sentiva un cavaliere che deve domare la forza e la potenza di un cavallo pazzo. Ora con questa sua A6 di nuovo provava alcune di quelle sensazioni…
Ma che succede?
Il solito traffico al semaforo?
Da dove spuntano questi?
Lo circondarono in quattro, due per finestrino e con le pistole gli fecero cenno di scendere. Augusto non ci pensò neanche, accelerò, cercò di andare via sterzando nel traffico, ma si bloccò contro la cinquecento che aveva davanti. Poi più niente. Uno dei quattro aveva sfondato il finestrino e lo aveva freddato alla tempia con un colpo secco. Un rivolo di sangue solcava il beige morbido del sedile accanto al suo.



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