Alla fine si è scoperto che
l'INVALSI di innovativo non ha neanche la strutture, ma alcuni già lo sapevano.
L'Istituto nato nel 1999 sulle ceneri del CEDE (Centro Europeo dell'Educazione) nella mente dell'allora ministro
Berlinguer doveva diventare qualcosa che nessuno è riuscito a capire. Poiché
dopo pochi mesi Berlinguer fu silurato dal suo stesso partito, il segreto di
quello che avrebbe dovuto essere quest'Istituto
è rimasto nella sua mente. E comunque non è stato svelato ai suoi successori.
Intanto l'INVALSI (Istituto
Nazionale per la Valutazione del Sistema dell'Istruzione) ha per sede la
cinquecentesca (restaurata nel '600) - Villa Falconieri di Frascati. (Per la
cronaca, nel 2005 nella suddetta
'villa' sono state fatte le riprese della fiction 'Elisa di Rivombrosa' - parte
seconda, andata in onda sulla televisione italiana).
La notizia è che questa
villa, praticamente fatiscente, costa 250mila euro all'anno solo per la
manutenzione: ci sono interi piani isolati o chiusi, un solo bagno funzionante
per piano, stanze sbarrate per infiltrazioni ed umidità. Sembra un mezzo
disastro, la cronaca di una costruzione in disfacimento che evoca
inevitabilmente per analogia altri pensieri sulla scuola.
Se si aggiunge che
l'Invalsi è stato commissariato varie volte (anche in questo momento lo è), che
ci lavorano una quarantina di 'comandati' (da chi e perché non si sa), che i
vertici sono sempre stati abilmente pilotati o quantomeno scelti in modo opaco
(nel gennaio 2008 il ministro Fioroni in un solo mese pubblicò il bando del
concorso per i dirigenti, espletò il concorso e ratificò il tutto in consiglio
dei ministri, ma con il governo che non c'era perché dimissionario; adesso
spunta fuori un concorso interno sospetto, bloccato e rifatto allo stesso modo
dopo tre anni) forse il quadro è quasi completo. Sì, perché per completarlo, si
deve sapere che i primi risultati del lavoro dell'Istituto, nato nel 2000,
uscirono da Villa Falconieri nel 2007. Furono dei test sperimentali solo per
poche scuole, ma furono ritirati perché sbagliati. Insomma, sette-otto anni per produrre test
sbagliati, diciamo che non è il massimo dell'efficienza.
Se si aggiunge adesso il
contesto strutturale fatiscente, il quadro si completa per diventare, anche non
volendo, un'istantanea - una foto esatta - di quella che potrebbe essere oggi
la scuola italiana.
Ma non fermiamoci a queste
piccolezze, anzi, aggiungiamone un'altra: è la notizia che sono stati indagati
alcuni funzionari del Ministero dell'Istruzione per la ormai famosa 'comica'
delle pillole di sapere. Si tratta dei celebri filmati di tre minuti, fatti con
il computer e che il ministero pagò (c'era il ministro Gelmini?) quasi 40mila
euro ognuno. A detta di chi li confezionò, si legge sui giornali, potevano
valere al massimo mille euro. Ma poiché tutto questo è solo cronaca e
l'inchiesta è ancora in corso, lasciamo stare per il momento. Intanto, però, i
settecentomila euro spesi per le 'pillole' pesano eccome, tanto che da pillole
rischiano di diventare siluri.
Per quanto riguarda il
ministro Carrozza, sappiamo che ha incontrato per la prima volta i sindacati.
Che sembra una novità perché nell'era Gelmini era diventata una rarità, e
sappiamo che tutti si sono dichiarati soddisfatti dell'incontro, ad eccezione
della CGIL. Per il segretario generale Pantaleo è stato un incontro
'deludente'. Solo parole e pochi impegni concreti, questa la sintesi del
rappresentante della Cgil, mentre la scuola avrebbe bisogno d'altro poiché pressanti
emergenze sono in agguato e non si notano risposte.
Come contorno, la notizia
che il consiglio nazionale dei geologi ha denunciato che in Italia un edificio
scolastico su due non ha il certificato di agibilità. La maggior parte delle
scuole sono state costruite prima del 1974, quindi con norme antisismiche
antiquate, ma ci sono anche edifici costruiti prima del 1900 (viene in mente
Villa Falconieri? È un errore, le scuole stanno peggio...) Intanto, il ministro
Carrozza ha detto che varerà norme più severe contro gli esamifici. Gli
istituti che regalano diplomi facili a seguito dell'esborso di un cospicuo
assegno.
Si è cominciato dalla
Campania con l'intervento della guardia di Finanza che ha fatto irruzione in
alcuni istituti, dove alunni provenienti da tutta Italia si ritrovano a fine
giugno per il rito dell'esame farsa (in sostanza c'è il ritiro del diploma
facile e senza fatica). L'incredulità sulle facce di studenti e genitori alla
vista dei militari ha indicato chiaramente una consuetudine consolidata.
Dunque, per il ministro
Carrozza, un cammino faticoso su una strada già scivolosa di per sé. E con
molti che non contenti spargono olio sul percorso.
http://www.didaweb.net/fuoriregistro/index.php
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