Il rosso del pomodoro



     Vincenzo si accinse ad uscire quella sera con la testa che gli girava per l’emozione, sembrava che stesse su una nuvola, perso nei pensieri, sorrideva anche quando era serio. Tra poco avrebbe portato Mariarosa in pizzeria. 
     Si mise la giacca scura. La cravatta... no, proprio non ce la faceva. Sembrava un manichino, a lui la cravatta non stava bene, concluse. Si lisciò i capelli per bene, mise tutto il gel che poteva, li carezzò con premura, un goccio di profumo ed era pronto. 
     In macchina, nel primo traffico della serata di città, si guardava nello specchietto e sorrideva. Voleva capire come lo avrebbe visto Mariarosa, se l’occhio era lucido. Pensava già che dopo l’avrebbe portata nel solito posto delle coppiette, avrebbero fatto l’amore: in macchina non è il massimo, ma ci si può accontentare. 
     Nella pizzeria un mare di gente: si fecero spazio tra i tavoli, si aggiustarono sotto la parete. La guardava e pensava, Mariarosa era bella. Quando entrarono in cinque con le pistole in aria, Vincenzo continuò a sorridere pensando pure questo doveva capitare stasera. Si sentì solo… e tu che ridi a fare?  E il colpo lo centrò alla gola. 
     Poi le urla di Mariarosa, il sangue sulla tovaglia insieme al rosso del pomodoro.





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