Cesare Correnti e la puttana


     Come, non sapete chi era Cesare Correnti?
     E, le puttane? Beh questa è più facile, ognuno ci pensi un
po’ e poi dica la sua.

     Intanto cerchiamo di capire. Cesare Correnti è stato un intellettuale patriota e politico italiano nato a Milano nel 1815. Lottò per l’indipendenza dell’Italia dagli austriaci e poi diventò deputato. Nella sua carriera di politico presentò alcune proposte di legge a favore della scuola elementare obbligatoria. Lottò per la diffusione delle scuole laiche e fu contro la proliferazione di quelle cattoliche.
     Questo gli valse, molti anni dopo, il nome sul portone di un istituto professionale di Milano che fu abbastanza in auge nella metà degli anni settanta.
     Lì, tutti gli studenti quando dovevano indicare la Preside, dicevano  ‘la puttana’. E tutto ciò con grande naturalezza, senza eccessivo risentimento o altro tipo di coinvolgimento emotivo. Come un fatto accettato più che accertato.

     Negli anni settantaquattro/settantacinque, quando il clima generale era quello della normalizzazione avvenuta, quando in qualche caso la repressione andava alla grande e aveva ottenuto i suoi bravi risultati, quando nelle scuole oltre alla protesta si era spenta anche la fantasia e la creatività, ebbene, al Cesare Correnti le cose continuarono ad andare come se niente fosse. Si viveva un eterno sessantotto, anzi, un specie di sessantanove (sessuale) continuato, con grande piacere  dei partecipanti e grande scandalo per i benpensanti.  Al Cesare Correnti andava in onda la Rivoluzione, con tutti gli eccessi di cui è essa portatrice: slogan del tipo ‘distruggiamo la scuola’, processi a tutti i borghesi che osavano avvicinarsi e il famigerato ‘sei politico’ (6 come voto). In fondo era un’oasi spazio-temporale in cui non erano pervenute le ultime notizie (quindi non si prendeva in considerazione quello che stava accadendo intorno).
     Naturalmente a tutti i giornali con i relativi giornalisti, in alcuni casi il fior fiore della patacca informativa italiana, che riportavano il fatto, veniva il prurito se non l’orticaria: per loro gli studenti del Correnti erano degli ignoranti, percentualmente zotici che non volevano studiare e basta, bollati come coloro che ambivano al sei politico per mascherare la loro profonda e beata insulsaggine. Erano dei buoni a nulla come tutti quelli che protestavano, figuriamoci un gruppetto che non accettava di ri-stare nei binari dell’ordine e della compostezza.
     La cosa continuò per un bel po’.  Poi, però, anche loro smisero, i benpensanti ebbero ragione, qualche sberleffo ancora, una singola risposta isolata e tutto tacque. Anche l’ultimo brandello di pericolo fu scongiurato e il ‘vecchio’  riprese la propria postazione più saldo e sicuro che mai. Come napalm spalmato sul terreno, la bonifica ebbe effetto: non restò traccia di vita (creativa).  Con la normalizzazione divennero tutti (anzi diventammo tutti) più intelligenti: la  squola, si scrisse di nuovo la “scuola”, tutti si misero a studiare operosamente, il sei politico fu abolito e giustamente deriso. L’orrore ebbe fine e nessuno protestò più per un sacco di tempo. Il Cesare Correnti smise di essere famoso e ‘la puttana’ uscì di scena.

     Passarono appena una ventina di anni e i risultati si ebbero: divennero ministri dell’istruzione  personcine  tipo una manager miliardaria o signorine-avvocatesse  palesemente troppo intelligenti, tanto che per capirle ci voleva un interprete.
E questo è quanto.

Nessun commento:

Posta un commento