Mentre ci affanniamo a fare riforme della
scuola che non interessano minimamente i ragazzi, i rilevamenti internazionali,
come sempre, ci condannano. L'ultimo dato Ocse dice, con grande semplicità, che
in Italia i giovani 'Neet', cioè non occupati né iscritti a scuola o in
apprendistato, sono il 26,09% degli under 30. Nel confronto internazionale con
i paesi della nostra area, deteniamo il quarto posto tra i dati più elevati.
Prima della crisi del 2008, comunque, la percentuale era del 19%. E non è una
gran consolazione. Anche perché all'interno di questo dato, vengono fuori altre
specificazioni che non sono affatto positive. Tra i nostri giovani in età
lavorativa, infatti, moltissimi hanno scarse competenze di base, per esempio,
in matematica e in lettura. Nella pratica vuol dire che non riescono a
sviluppare né a utilizzare nei luoghi di lavoro quello che hanno appreso a
scuola. Naturalmente non è confortante che tra i Neet la mancanza di competenze
aumenti considerevolmente, ribadendo così il fatto che almeno chi va a scuola
riduce, anche se di poco, la distanza dall'ignoranza.
L'ultimo tassello riguarda gli abbandoni
scolastici, vale a dire chi non finisce la scuola o smette di andarci prima di
un qualsiasi diploma. E qui, siamo ancora al secondo posto tra i paesi europei
per percentuale più alta. Anche perché, in effetti, questo dato, si collega a
tutti quelli di prima come naturale conseguenza o esito. Ma anche come premessa
o causa. Un bel rebus che noi affrontiamo semplicemente parlando d' altro,
semmai rilevando con test e quiz le stesse identiche cose che già ci dice
l'Ocse. Tanto, noi, per i rimedi non siamo attrezzati.
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